giovedì 9 ottobre 2008

12 ottobre 2008 - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

«Venite alle nozze!»
Il tema della “convocazione” e del “raduno” universali percorre la Scrittura in tutti i suoi libri e definisce l’esperienza sia di Israele sia della Chiesa. Il popolo eletto percepisce la sua unità come quella di un raduno continuamente provocato dalla convocazione di Jahwè. Il quadro di questi raduni è quasi sempre cultuale e sacrificale e si richiama al grande raduno in cui fu conclusa l’alleanza, e prelude al raduno escatologico universale. Quando i profeti evocano l’avvenire messianico, fanno appello al tema dell’assemblea nella quale Jahwè radunerà non solo le 12 tribù di Israele, ma tutte le nazioni della terra.
Il disegno di riunire tutte le nazioni si realizza in Cristo. Dio vuole operare questo raduno attraverso il popolo eletto, già precedentemente destinato nei piani di Dio ad essere lo strumento privilegiato del raduno universale. Ma il rifiuto di Israele lo priva del suo privilegio e la riunione universale si farà attorno al Cristo crocifisso che risuscita dai morti. Alcuni elementi caratterizzano questo raduno e lo distinguono da quello descritto dall’Antico Testamento. E’ Dio, attraverso Gesù, che “convoca” questo raduno, ma il suo disegno di riunificazione non potrà riuscire senza l’attiva partecipazione e collaborazione dell’uomo. Il disegno di Dio costituisce un compito per l’uomo. Il regno di Dio non discende dal cielo come un lampo. Se è vero che Cristo costituisce la pietra d’angolo della costruzione, gli uomini non possono esimersi dal collaborare all’innalzamento dell’edificio. Più nessun privilegio è riconosciuto ad Israele in questa riunione universale. E’ l’atto di nascita di un nuovo universalismo, del resto già previsto nell’Antico Testamento. Il convito sul monte il Signore lo preparerà per tutti i popoli (Prima Lettura).
Dal giorno della Pentecoste il segno e il luogo privilegiati della riunione universale voluta da Dio sono la Chiesa. Il miracolo delle lingue e la presenza a Gerusalemme di genti venute da ogni parte del mondo esprimono bene fin dal suo nascere la natura e la missione della Chiesa, il cui mistero può esprimersi proprio in termini di convocazione e di raduno. La Chiesa non è fedele a se stessa se non si pone come ponte che unisce gli uomini non solo con Dio, ma anche fra di loro. Essa ha per compito quello di andare incontro agli uomini e di raggiungerli là dove si trovano.
Nel mondo moderno, secolarizzato, la situazione e la presenza della Chiesa tra gli uomini è molto cambiata. In tempi di “cristianità” la Chiesa radunava non solo attorno all’Eucaristia, ma anche in molti altri settori della vita e dell’attività umana, sui quali esercitava una vera tutela; oggi questo compito è molto diverso per le mutate condizioni. Potremmo dire che la vera unità, il vero raduno degli uomini avviene, oggi, al di fuori della sfera d’influsso della Chiesa, quando non in opposizione ad essa. La convocazione e il raduno degli uomini avviene oggi attorno agli ideali di giustizia, di liberazione, di presa di coscienza della propria dignità, che raccolgono le masse in partiti, in sindacati. Gli uomini si ritrovano uniti nella lotta contro le malattie, la fame, nel tentativo titanico di liberarsi dalle schiavitù e dai limiti delle forze della natura; si raccolgono attorno alla scienza e alla tecnica alla quale credono come in una nuova e terrena speranza; si raccolgono e si uniscono compatti nella lotta di classe, contro l’oppressione e il potere di un sistema. Questa raccolta e questa riunione è favorita e resa possibile dai grandi mezzi di comunicazione sociale di massa: radio-TV, giornali, sport...Questo è il terreno dove gli uomini, oggi, si incontrano e dove l’uomo moderno ha sempre più coscienza di portare a termine un destino storico che sembra estraneo alle preoccupazioni religiose. In questa situazione il cristiano prova la sensazione di sentirsi “disperso” in mezzo agli altri uomini, ma il cristiano non è mai un “isolato” perché resta membro vivo della Chiesa. Per portare nel pieno della vita la testimonianza della risurrezione di Cristo, come lievito nella pasta, il cristiano disperso ha bisogno di “segni” ecclesiali che sono gli altri membri vivi della Chiesa, sacerdoti e laici, come lui immersi nelle realtà quotidiane. La “convocazione” della Chiesa, in questi ambienti, non avviene tanto attraverso la Parola proclamata come nel passato, ma passa attraverso la testimonianza dei credenti che è davvero un appello per tutti alla salvezza e a una “riunione” molto più totale e profonda di quella che l’uomo riesce a costruire con le sue sole mani.
Tutti invitati alle nozze! Per questo la Chiesa evangelizza, essa va sollecita, sulle vie del mondo, per chiamare con urgenza tutti al banchetto preparato dal Padre, sul monte del Signore. Egli manterrà le sue promesse. L’ospite divino che ci accoglie nella sua tenda prepara per noi una mensa divina, succulenta, raffinata; nessuno ci può toccare e fare del male, chi infatti tocca l’ospitato, tocca l’ospite a danno suo. I servi, vescovi, presbiteri, diaconi, evangelizzatori, oranti, invitano al banchetto! La mensa è ricca, è la Parola e i divini Misteri, capaci di saziare la nostra fame e sete di vita piena.

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