giovedì 2 gennaio 2014

5 Gennaio 2014 – II Domenica dopo Natale

“Verbum caro factum est: il Verbo si è fatto carne” (Gv 1,1-18).
La carne è la “porta” attraverso cui Dio, la Parola, è sceso sulla terra. Se il Verbo si è fatto carne vuol dire che tutto ciò che esiste parla di Lui. Pensiamo per un attimo al nostro corpo: tutto in esso ci parla di Dio (dabar), ma solo se abbiamo occhi per vedere. Niente, silenzio assoluto, se siamo ciechi (deber). Il nostro corpo, la nostra “forma umana” ci parla effettivamente di Dio, ci rivela dei principi, ci rivela il senso profondo della nostra vita. Per esempio: perché due orecchie e una sola bocca? Perché dobbiamo ascoltare il doppio rispetto al nostro parlare. Quindi ascoltiamoci bene, prima di dire qualcosa su di noi. Ascoltiamoci bene prima di dire qualcosa sul nostro prossimo. Se uno parla tanto, se parla in continuazione, vuol dire che non si ascolta. Se vogliamo conoscere bene una persona, parliamo poco e ascoltiamola molto. È così che sapremo chi abbiamo davanti. Se vogliamo conoscerci veramente, se vogliamo sapere chi siamo in realtà, dobbiamo parlare poco e ascoltarci molto, ascoltare attentamente cosa abbiamo dentro. È così che sapremo chi siamo. Se vogliamo conoscere i nostri figli, i nostri cari, il nostro prossimo, parliamo loro, ma soprattutto ascoltiamoli il doppio: ascoltiamo le loro parole, ma soprattutto i loro silenzi.
Ancora: perché i nostri piedi sono fatti così? Perché devono andare sempre avanti. Non possono andare indietro. In questo modo il nostro corpo (il Verbo che è in noi) ci dice: "In ogni situazione, va sempre avanti!. Non fermarti mai, non scoraggiarti mai, non disperarti mai; non ti girare mai indietro, non tornare mai indietro, sui tuoi passi!”. Noi siamo fatti per andare sempre avanti. I nostri piedi sono fatti così, perché dobbiamo sempre “progredire”, avanzare, mai retrocedere.
Noi siamo pieni di sensi di colpa per ciò che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto; per ciò che avremmo potuto essere e non siamo stati, per ciò che avremmo dovuto dire e non abbiamo detto. Ma i rimpianti sono inutili; non rallentiamo mai il nostro passo per voltarci indietro: ciò che è fatto è fatto; è passato. Ora basta. Ora viviamo l'oggi. Il passato non si cambia, mentre possiamo intervenire sul presente.
E gli occhi? Anche i nostri occhi sono posizionati in funzione del nostro andare in avanti; sono fatti per guardare sempre più in là, per avere la visione di ciò che è lontano, di ciò verso cui dobbiamo andare, verso la meta del nostro peregrinare. Nella vita, guardare sempre avanti e lontano, vuol dire avere speranza, avere fiducia, non pretendere mai di rivivere i bei tempi passati. Sono belli solo perché sono passati. Qualunque cosa succeda... dobbiamo ripartire.
Guardare “sempre lontano” vuol dire avere una visione completa delle cose, riconoscere esattamente la via migliore da percorrere. Chi non vede più in là del suo naso, inciamperà. Chi è miope, chi ci vede poco, non andrà molto lontano. Manteniamo quindi una visione nitida, luminosa, uno sguardo e una mente aperti. Non fermiamoci sulle piccinerie della vita, nutriamoci di sogni grandi, di visioni entusiasmanti, per noi e per il prossimo.
E le mani? Perché le mani sono lì, in alto, e non da un'altra parte? Perché il nostro agire deve essere la conseguenza di ciò abbiamo dentro, al centro, nel nostro cuore. È la nostra mente che guida le nostre mani. Noi, in pratica, facciamo quello che siamo. Agiamo in base a quello che sentiamo dentro: le estremità sono governate dal centro. Le mani fanno esattamente quello che decide il nostro cuore.
Così è tutto il nostro corpo; la nostra carne parla di Dio, è creata da Lui secondo un principio logico, verso la cui conoscenza noi dobbiamo tendere, sul quale dobbiamo realizzarci.
Ma da dove dobbiamo iniziare? Per iniziare un cammino spirituale, basta poco; l’importante è volerlo seriamente. Giovanni ci suggerisce un metodo semplice: “In principio era il Verbo”: che vuol dire: la Parola, la “Dabar”, è il punto di partenza di ogni cosa. Noi dobbiamo quindi “principiare”, iniziare proprio da Lui, dalla Parola di Dio: poiché essa è il faro che illumina il nostro cammino di trasformazione, la garanzia del nostro benessere spirituale.
Vogliamo crescere? Vogliamo diventare più spirituali? Iniziamo dal Verbo. Fermiamoci e ascoltiamolo. Amen.
 

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